Associazione Casa della Resistenza

Parco della Memoria e della Pace

 

Panico a Milano

Tra storia fantasia e suspense

Due anziani ex repubblichini non pentiti, coinvolti a suo tempo in un efferato crimine da cui erano riusciti ad uscirne indenni dal punto di vista processuale, vengono uccisi: il primo nella propria abitazione a San Giuliano Milanese dopo esser stato sottoposto a sevizie con cavi elettrici e il secondo in un ospedale dove era ricoverato. La polizia locale brancola nel buio e reagisce con fastidio all’interesse che il professor Moreno Palermo (già protagonista di altri due gialli di Marchitelli) mostra per la vicenda; questi è in realtà l’unico ad intuire che quegli assassinii trovano l’origine nei fatti del 1943 quando le SS compirono la strage degli ebrei sul Lago maggiore, e in particolare a Intra dove i quattro componenti una famiglia ebraica, nonostante il capofamiglia fosse un fascista convinto, furono uccisi, fatti a pezzi e bruciati nella caldaia di una scuola occupata dal comando delle SS. Un anziano testimone dei fatti dell’autunno 1943, Geremia Hirzog, sembra esser la chiave di volta per comprendere la vicenda, ma il professor Moreno non riesce a contattarlo.

La narrazione si snoda tra il milanese e il Verbano e possiamo seguire il misterioso assassino nella sua ricerca degli altri criminali “impuniti”: un trio di nazisti tedeschi che non disdegnano di frequentare i luoghi dei loro crimini giovanili e che godono di protezioni ad alto livello e della rete spionistica neonazista. La partita diventa allora una partita a tre: l’assassino affiancato da un hacker, i tre nazisti e le loro spie “professioniste”, Moreno Palermo che cerca nel Verbano il supporto informativo dell’Anpi locale.
Il professore tempo dopo troverà la soluzione del giallo, abbastanza casualmente, a Locarno durante il locale festival cinematografico quando il sipario su quegli avvenimento era ormai calato. E implicitamente si fa – e rilancia a noi lettori – una domanda: di fronte ai crimini impuniti è sufficiente la memoria? E chi si arroga il ruolo di vendicatore come e da chi deve esser giudicato?

“Questo romanzo è un’opera di fantasia” premette l’autore ma il riferimento storico dell’Olocausto del Lago Maggiore del settembre-ottobre 1943 è preciso e documentato da una sezione conclusiva di Note storiche che si sono avvalse dell’archivio online del Centro di documentazione della Casa della Resistenza.

Non è certo facile fondere la memoria di una vicenda tragica e in gran parte ignorata dalla storiografia come quella avvenuta nel 1943 nel Verbano, con la fantasia di un romanzo e la suspense di un giallo; vi sono già stati altri tentativi non sempre convincenti. In questo caso direi che l’operazione è riuscita e che il lettore oltre a immergersi in una vicenda e una inchiesta che si “svelano” solo nel finale, viene invogliato a documentarsi su quanto sul Lago Maggiore e nel territorio circostante è avvenuto tra il settembre e l’ottobre 1943.

 

Consigliato da Gianmaria Ottolini

 

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Gino Marchitelli, Panico a Milano, RedDuck, 2020