Associazione Casa della Resistenza

Parco della Memoria e della Pace

 

Costanza Arbeja. La partigiana Nini

Il 30 aprile 1945, Nini sfila per le vie di Novara liberata con le formazioni partigiane e, il 9 maggio 1945, quando il Monte Rosa scende a Milano, precede con la bandiera, la gloriosa strisciante Musati nella parata dei Volontari della libertà. L’istantanea che la ritrae ha attraversato il tempo diventando uno dei simboli del ruolo fondamentale svolto dalle donne nella Resistenza.

Questo libro è prima di tutto la storia di un’icona. Il 30 aprile 1945, Nini sfila per le vie di Novara liberata con le formazioni partigiane e, il 9 maggio 1945, quando il Monte Rosa scende a Milano, precede con la bandiera, la gloriosa strisciante Musati nella parata dei Volontari della libertà. L’istantanea che la ritrae ha attraversato il tempo diventando uno dei simboli del ruolo fondamentale svolto dalle donne nella Resistenza. Si tratta tuttavia di un’icona ben diversa da quelle effimere, di plastica, prodotte a ritmo continuo dal marketing, dallo spettacolo e dai media. C’è un’esistenza reale dietro. C’è un’essenza vera temprata da lacrime e sangue, animata da una incessante passione di libertà e sete di giustizia.

Il volume si deve anche al lavoro altrettanto vigoroso di Piero Beldì che ha raccolto i documenti e le immagini che lo corredano e ha riportato sulla pagina le parole della viva voce della partigiana Nini. Quella di Costanza Arbeja è la storia di una vita.

Costanza Arbeja, seconda di tre sorelle, nasce a Oleggio il 16 settembre 1926 da Biagio, classe 1895, e da Margherita Colombo, di un anno più giovane, già operaia alla Manifattura Gagliardi. Il padre, dal 1933, gestisce a Borgosesia il Caffè ristorante della stazione, mentre il resto della famiglia rimane fino al 1940 a Oleggio a condurre un piccolo esercizio commerciale. A Borgosesia, Costanza lavora presso la tipografia Guglielmina e frequenta il corso di crocerossina militare a Vercelli. Determinante nella scelta di partecipare attivamente alla resistenza è l’orrenda strage  perpetrata dai fascisti della Tagliamento a Borgosesia il 22 dicembre 1943. Il 10 luglio 1944, conclusa l’esperienza della zona libera valsesiana, Costanza entra nella formazione comandata da Nello Olivieri, la X Rocco, come crocerossina assegnata al 3° batt.ne guidato dai fratelli Bordiga. Prende parte al fatto d’arme del ponte del Pellino del 5 agosto 1944 e, in seguito, allestisce e dirige l’infermeria partigiana prima al castello di Cervatto, poi alla scuola elementare di Boco. Il Baranca, l’Ossola, Forno,  Fobello e Lozzolo sono le tappe successive della sua milizia partigiana, sempre a piedi, su e giù per i monti e il piano. Dal mese di gennaio del 1945, fino alla liberazione, Costanza Arbeja passa in forza al CIP, il Centro informazioni della polizia partigiana.

Il libro è anche cronaca di un viaggio a ritroso nel tempo. A settant’anni di distanza, Nini ha voluto ripercorrere e ritrovare i luoghi del suo partigianato e, dove non arrivavano le gambe, non più quelle di un tempo, ci ha pensato l’elicottero. Come sullo scenario fantastico del Baranca, dove gli alpigiani l’hanno vista scendere dal cielo con lo stesso spirito di sempre. E ogni luogo generava ricordi ed emozioni. Per il modo particolare con cui il libro è stato costruito, non ci troviamo di fronte a una memoria partigiana come le altre. In ogni caso, di tutte queste narrazioni, che riconducono alla realtà dei fatti, abbiamo bisogno in questi momenti di attacco ai valori della Resistenza e di vile manipolazione della storia.

 

Consigliato da Angelo Vecchi

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Piero Beldì (a cura di), Costanza Arbeja. La partigiana Nini, Pombia, Associazione Culturale Stella Alpina, 2021