Associazione Casa della Resistenza

Parco della Memoria e della Pace

 

Il rastrellamento della Val Grande si svolge tra l'11 e il 30 giugno 1944.

Il 1° luglio le truppe tedesche e i militari fascisti lasceranno il Verbano e l'Ossola.

Attaccano 4-5000 tedeschi e fascisti bene armati ed equipaggiati; si difendono 450-500 partigiani male armati, peggio equipaggiati e privi di viveri.

Per le formazioni partigiane e per la popolazione civile sono venti terribili giorni di spietata caccia all'uomo, fucilazioni, incendi e saccheggi.

"Nei primi giorni la lotta è accanita e più volte gli attaccanti segnano il passo, poi la superiorità numerica e d'armamento del nemico travolge anche le ultime resistenze organizzate in Val Grande, sul Cavallone, sul Vadà, sulla Marona, e la lotta si spezzetta in brevi scontri, in stracche sparatorie; infine i nemici dilagano. Ogni partigiano armato, disarmato, ferito, moribondo, dopo la cattura viene ucciso alla spicciolata o fucilato pubblicamente." (da Nino Chiovini, I giorni della semina)

Le operazioni in montagna di fatto terminano il 22 giugno con l'eccidio dell'alpe Casarolo in alta Val Grande dove muoiono nove partigiani e due alpigiani.

Poi le armi tacciono in Val Grande, ma continuano a sparare con le fucilazioni, nei paesi ai piedi dei monti, dei partigiani catturati.